Gela caput mundi

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Chi vive in una grande città può non rendersi conto di quanto sia difficile trovare un libro in una cittadina di provincia. Prima che l’avvento di Internet consentisse a chiunque di vedersi recapitato un qualunque libro in meno di una settimana, la ricerca di un libro poteva assumere contorni alla Indiana Jones. E a dirla tutta neanche una città come Roma offre quell’assortimento di libri che ci si aspetterebbe da una capitale europea. Ricordo ancora le interminabili giornate passate alla ricerca di un libro scientifico girando stancamente tra le varie librerie universitarie ben sapendo che la maggior parte di loro non si degna di tenere neanche un volume al di fuori di quelli strettamente richiesti nei corsi.

Leggevo ieri sul corriere della sera online che Gela, 80 mila abitanti, non ha neanche una libreria. Questa notizia, apparentemente sconvolgente, a pensarci bene non mi meraviglia più di tanto. Vi parla uno il cui sogno è sempre stato quello di aprire una libreria ma che, dati alla mano, ha deciso di rinunciarvi. Perchè? E’presto detto. Il margine di guadagno sui libri è ridotto e fisso, la concorrenza della grande distribuzione spietata, la produzione editoriale di grande quantità ma di bassa qualità il che costringe il libraio a tenere sempre un assortimento delle ultime produzioni (che da sole costituiscono la quasi totalità delle vendite) rinunciando ad avere un dignitoso assortimento dei libri degli anni precedenti (venduti in poche copie se non in nessuna). Alla fine il libraio rischia di ridursi ad un giornalaio di libri, l’ultimo uscito è l’unico che si vende.

Aprire una libreria in provincia, poi, si scontra con il problema della domanda, chiaramente commisurata agli abitanti. Ottanta mila abitanti possono sembrare tanti ma se si stima che non più di 1 su 10 legga un libro l’anno, parliamo di 8000 libri venduti ad un prezzo di copertina medio di 20 euro. Di questi non più di 4 o 5 andranno nelle casse del libraio per un ricavo annuale di 30-35 mila euro lordi a cui vanno sottratte le tasse (il 50%) e le spese (bollette, eventuale affitto od ICI, l’insegna, il registratore di cassa, un eventuale commesso part-time). Alla fine è grasso che cola se rimangono 1000 euro al mese. E chi è disposto ad un tale impegno per un così misero guadagno?

La gente si meraviglia che non ci sia una libreria a Gela. Io mi meraviglio che ce ne sia ancora qualcuna a Roma.

Nessuna Risposta to “Gela caput mundi”

  1. Enzo Says:

    Verissimo quello che ha scritto! E’ bene precisare però che nella cittadina di Gela ci sono sempre state almeno 5 cartolibrerie che presentano un discreto assortimento di libri, non solo best-seller. Inoltre da qualche settimana ha aperto una nuova libreria nel cuore del centro storico e fra qualche giorno ne aprirà un’altra della Mondadori….adesso Gela ha le librerie! Primato negativo cancellato per fortuna!

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