Archive for settembre 2008

Tempo di GPL4

settembre 30, 2008

Certe volte Stallman non lo capisco neanche io. Tutti sanno da anni che la licenza GPL, pur straordinaria in molte sue parti, lascia aperto un buco clamoroso nell’utilizzo del software libero come applicazione web. In altre parole, se uso il programma sul mio computer il programmatore deve darmi il codice sorgente, se invece lo uso tramite interfaccia web allora può permettersi di tenerlo per sè. Questo “buco” è quello che ha consentito a service providers come Google di mettere su un impero sconfinato utilizzando software liberi restituendo alla comunità nient’altro che le briciole. Questo “buco” è stato chiuso a partire dal 2002 con la licenza Affero GPL che si sperava venisse inglobata nella GPL3 e che invece è rimasta relegata nel ghetto dei duri e puri. Ieri però sul Guardian è uscita un’intervista di Stallman che metteva in guardia contro i rischi del “cloud computing”, altro modo di indicare l’uso di programmi che girano in remoto sui siti internet (come Gmail per intenderci). A questo punto non so più che pensare. Personalmente uso Gmail con soddisfazione e devo ammettere che non tornerei per nulla al mondo ai programmi di posta in locale come Outlook che mi impongono improbi backup e noiose sincronizzazioni tra i diversi PC da cui accedo alla posta. Tuttavia sono ben conscio dei pericoli che questa progressiva cessione di diritti ai service providers può alla lunga portare. Allora mi domando e dico – perchè mai la GPL3 non ha inglobato le direttive della AfferoGPL? La risposta è purtroppo ben facile da indovinare – per non inimicarsi le grandi aziende che loro malgrado, pur con le briciole, alimentano l’emaciato mercato del software libero. Eppure la GPL era nata proprio per il motivo opposto, ovvero per ristabilire un equilibrio (anche commerciale) tra le aziende e gli utenti. Vedo invece che l’adozione della GPL3, all’inizio stigmatizzata, è stata invece adottata con una certa disinvoltura, segno a mio avviso che non era poi così rivoluzionaria come si era lasciato intendere. Che sia tempo per una GPL4?

Linkografia
Intervista di Stallman sul Guardian
Affero GPL su Wikipedia

Pochi ma buoni

settembre 29, 2008

Qualcuno lo interpreterà come un sintomo di senilità incipiente ma a me piace pensare che sia capacità di pensare alle cose non solo come sono ma come dovrebbero essere. Sin dalla loro prima comparsa sono sempre stato diffidente delle reti di social networking. Questo per almeno due motivi. Il primo è che le considero una sorta di zoo entro cui confinare le persone incapaci di affrontare la realtà delle cose. Internet può sembrare un luogo minaccioso ma questo non è un buon motivo per rinchiudersi dietro la facciata di un myspace. In secondo luogo perchè trovo pericoloso affidare la propria identità ad un sito di qualsivoglia tipologia.

E’appunto notizia recente che Facebook ha deciso di bannare gli iscritti con nomi ritenuti di fantasia. A parte che sarei curioso di capire che algoritmo hanno usato per giungere a questa conclusione ma per il resto ci vorrà ben poco per gli iscritti fasulli a ricrearsi un nuovo account con un nome altrettanto fasullo ma più credibile. In facebook evidentemente non conoscono l’antico adagio italiano di “fatta la legge trovato l’inganno”. Non solo. Un recente articolo del corriere della sera online metteva in guardia gli iscritti a questi social networks contro il furto di identità perpetrabile online. In effetti, a pensarci bene, ci vuole davvero ben poco per farsi credere qualcun altro in uno di questi siti.

Ecco perchè personalmente continuerò a non aderire a nessuno di essi nonostante le pressioni (bonarie s’intende) degli amici. Ed ecco perchè continuerò, pur tra alti e bassi, a portare avanti questo blog in modo indipendente. Pochi lettori ma buoni. Di questi tempi è quanto di meglio si possa sperare.

Linkografia
Facebook bans those with funny names
Come evitare la rete dei ladri d’identità

Voleranno anche gli asini

settembre 25, 2008

E bravi. E magari ora credete anche che abbiano salvato Alitalia. Certo, come no!? Allora crederete anche al fatto che l’Alitalia comprerà prossimamente degli asini che volano al posto degli aerei. Perchè in realtà Alitalia NON POTEVA essere salvata. Parlano i numeri, almeno fino a quando non verrà fatto un decreto ministeriale sulla matematica. Negli ultimi 20 anni Alitalia è stata 19 volte in rosso. L’unico positivo è stato quando KLM ha pagato una multa MOSTRUOSA pur di togliersi dall’abbraccio mortale della nostra compagnia aerea. Un’azienda così a casa mia è da considerarsi GIA’FALLITA. Ragioniamo insieme un attimo. Se ora venisse a casa tua, si, TUA, di te che leggi, Berlusconi e ti offrisse l’Alitalia GRATUITAMENTE…tu la vorresti? Io no. Un’azienda che non produce utili nella mia mentalità è morta, anzi, dannosa. Per la matematica un’azienda vale per quel che guadagna. Possono venire frotte di economisti a dirmi che il cash flow e la ricapitalizzazione e bau bau micio micio possono rendere redditizia un’azienda teoricamente in passivo. Io non gli credo, e voi? Neanche voi di certo, non se riguardassero le vostre cose. Ma dato che l’Alitalia è dello Stato e quindi di Pulcinella, si vada avanti con la farsa. Delle due l’una. Se i dipendenti sono soddisfatti allora non è cambiato nulla. Se non sono soddisfatti allora i sindacati non avrebbero firmato perchè c’era ancora tempo e modo in questo paese delle banane di portare avanti la farsa ancora un altro po’.
Personalmente ho smesso di volare Alitalia da un bel po’, a seguito di tanti di quegli episodi che ci potrei fare un altro blog. Buon viaggio a voi, futuri temerari clienti della CAI.

Il colore della cravatta

settembre 25, 2008

Obama McCain, McCain Obama. Nei prossimi mesi ci sbombarderanno con questi due nomi, il primo di sapore pakistano, il secondo che parrebbe uscito da un film di Chuck Norris. Chi vincerà? Ma soprattutto, dov’è la differenza? A quanto mi pare anche gli USA sono in crisi di identità. Non siamo solo noi ad avere una sinistra che va in barca a vela ed una destra che vuol dare il voto agli immigrati, a quanto pare anche negli States c’è un partito repubblicano che salva con i soldi pubblici i cocci delle aziende private tanto decantate ed un partito democratico che si scopre con un piglio reaganiano. Non ho mai nascosto la mia simpatia per Obama, se non altro perchè McCain appare così stantio da suscitare istinti di vendetta per quello che ha fatto il suo predecessore alla Casa Bianca. Obama mi piaceva perchè giovane, schietto, limpido per quanto può esserlo un politico, forse ancora un po’sognatore. Ora però inizio a temere che qualcosa stia cambiando anche in lui…lo vedo sempre più consigliato, quasi circondato dal suo entourage…bisogna dire quello…anzi meglio dire questo…ciò che è giusto dire e fare è stato via via scalzato da ciò che è più conveniente dire o fare. Questi 9 punti di vantaggio che i sondaggi assegnano ad Obama mi puzzano…difficilmente si cambiano le cose quando si ottiene preventivamente troppo consenso. Sognano per Obama una campagna elettorale fatta con il cuore buttato oltre l’ostacolo, fatta di comizi d’altri tempi, di folle festanti. Mi ritrovo invece con dibattiti televisivi decisi dal colore della cravatta. La mia paura è che gli Stati Uniti non si riprenderanno tanto facilmente dalla crisi in cui si sono cacciati, e forse anzi non si riprenderanno mai. Peccato per noi che abbiamo sempre seguito, dopo e male, la loro strada.

Il silenzio impossibile

settembre 24, 2008

E’difficile stare zitti. E’molto difficile. Io ancora non ci sono riuscito del tutto. Un giorno forse ci riuscirò, sparirò da queste pagine per sempre, e sarà pace eterna, almeno la mia. Ma ancora no, non voglio, non posso. Quante, quante cose ho da dire…non so da dove cominciare…e perciò non comincerò affatto. Lascerò piuttosto che le cose parlino da sè.

Prendiamo Alitalia. Non importa come finirà, quel che importava è già accaduto. Lotte di poteri, di interessi, di soldi, di stipendi gonfiati, di privilegi intoccabili. Che fallisca o resista, comunque abbiamo perso noi. Dove sono i conti di Alitalia? Alitalia è quasi al 50% dello Stato, quindi anche mia. Voglio i conti, e subito. Nei piani industriali presentati dove sono le voci relative alla restituzione dei prestiti ponte che lo Stato, quindi anche io, ha devoluto all’Alitalia? Nessuno ne parla. E allora non ne parlo neanche io. Silenzio sia. E silenzio fu.

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